Ciao Violeta e grazie per il tuo post.
Ti voglio rassicurare sul fatto che la malattia si può superare nella maggior parte dei casi, specialmente per pazienti così giovani.
Gli animali così giovani hanno un recupero eccellente, in quanto le capacità residue dell’organismo sono ancora integre e pienamente funzionali.
Bisogna prevedere un approccio a 360 gradi che tenga conto di vari aspetti fondamentali:
- Terapia
La miltefosina, come ho ripetuto più volte, è l’antileishmania più prescritto. Tuttavia, se somministrata senza un’adeguata diagnosi, risulta frequentemente un palliativo. In altre parole, è un farmaco che attenua temporaneamente i sintomi, i quali spesso si ripresentano tra i 3 e i 6 mesi successivi, e in alcuni casi anche prima.
Certamente, la terapia convenzionale dispone principalmente di questo strumento, ma la medicina tradizionale considera spesso la malattia non guaribile. Ciò apre una riflessione: è un problema della terapia o della concezione stessa della malattia? - Diagnosi
Ahimè, oggi riscontriamo un numero crescente di pazienti con diagnosi errate. Questo significa che ci sono pazienti risultati positivi ai test, ma che in realtà non sono malati.
Ciò accade perché la positività anticorpale non indica necessariamente un’infezione attiva, bensì che il sistema immunitario ha avuto modo di processare il parassita. Per questo motivo è fondamentale eseguire accertamenti approfonditi che consentano di determinare lo stadio reale della malattia. - Stadiazione
In base allo stadio della malattia, è possibile, grazie all’esperienza e alle conoscenze, adottare terapie differenti o combinate per aumentare le possibilità di successo e remissione. - Test di funzionalità dei grandi organi emuntori
I pazienti che non superano la terapia sono spesso quelli con organi emuntori compromessi. In questi casi, la terapia può risultare disastrosa. È quindi essenziale indagare lo stato generale dell’organismo fin dall’inizio. - Monitoraggi
Anche nei migliori dei casi, durante il percorso terapeutico possono verificarsi imprevisti. Monitoraggi frequenti e regolari durante la terapia possono fare la differenza, garantendo la possibilità di intervenire tempestivamente. - Diagnostica avanzata
È possibile fare molto di più nel campo della diagnosi della malattia, puntando sulla diagnostica molecolare, che risulta più affidabile rispetto al semplice monitoraggio degli anticorpi. Questo approccio aiuta a evitare confusione e malintesi durante il monitoraggio del paziente.
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Grazie per la vostra risposta tempestiva e per i vostri consigli preziosi,in effetti la mia cagnolina non presenta sintomi ma dai valori delle analisi che in questo momento non ce l’ho perche sono dal veterinario curante che gli ha eseguito ieri,risulta un insuficienza renale che non permette di intervenire diversamente se non col il Milteforano, aimé cosi mi è stato spiegato ma ci sono 80 %di probabilità di guarigione visto la sua giovane età magari entriamo nella percentuale giusta.
Carissima,
la miltefosina in un paziente con insufficienza renale sintomatica è la scelta peggiore, ne parliamo in molti post, in quanto aggrava i sintomi di gastrite della associati alla malattia renale, oltre al fatto che non risolve l’infezione se la carica è molto alta.
Ti giro alcuni link in cui ne parliamo in modo dettagliato.
https://www.barbatoclinic.com/la-miltefosina-e-indicata-in-caso-di-insufficienza-renale/
https://www.facebook.com/groups/vincerelaleishmania/permalink/1088779925095074/