Ciao Laura, grazie per esserti iscritta al gruppo e per aver chiesto aiuto.
Cercherò di darti una direzione.
Cirneco dell’Etna e Leishmaniosi Canina
Questa razza, specialmente le linee antiche, è poco suscettibile all’infezione, in quanto è stata selezionata in zone ad alta pressione del parassita. Di conseguenza, i soggetti molto suscettibili hanno subito una sorta di selezione naturale.
Nella mia professione ho visto veramente pochi Cirnechi con la malattia e, quando era necessario curarla, erano presenti problemi con il sistema immunitario, come nel caso di altre patologie: tumori, utilizzo di cortisone o malattie mediterranee concomitanti che avevano compromesso il sistema immunitario.
La positività al test
I test di screening valutano la presenza o assenza di anticorpi.
Avere gli anticorpi per una malattia, Leishmania compresa, indica solo una cosa: l’organismo ha avuto contatti con il parassita. Questo è probabile, considerando l’origine da una zona altamente endemica.
Una postilla importante: oggi non esiste una zona in Italia non endemica. Trattiamo pazienti autoctoni in tutta la penisola, da sotto le Alpi a Lampedusa. Pertanto, la valutazione del contagio domestico è un aspetto importante da considerare o almeno da approfondire, anche perché, se non è avvenuto quest’anno, potrebbe avvenire nei prossimi anni se la guardia viene abbassata.
Cosa significa la presenza di anticorpi?
La presenza degli anticorpi non ci dice se la malattia è presente o no.
Per sapere questo, è necessario fare indagini approfondite.
Analisi da fare per approfondire la situazione
a) Valutazione generale dello stato infiammatorio per capire se l’organismo sta rispondendo a un’infezione. Ricorda che la risposta a infezioni come Babesia ed Hepatozoon è identica a quella contro Leishmania.
b) Ricerca diretta del parassita dagli organi bersaglio. In ordine di attendibilità: midollo osseo, milza, fegato, linfonodi, lesioni cutanee.
Nota sui siti di prelievo per la ricerca del parassita e metodi
Se facciamo la ricerca da un linfonodo e risulta negativa, non è detto che il parassita non sia presente in altri distretti. Se, invece, facciamo la ricerca nelle forme sistemiche dal midollo osseo o dalla milza, la possibilità di non trovarlo, pur essendo presente, è inferiore all’1%. Questa percentuale diminuisce ulteriormente se eseguiamo prelievi seriali a distanza di 3-6 mesi.
Indagini utili
- Ricerca diretta del parassita attraverso l’esame al microscopio (poco attendibile).
- Ricerca molecolare (PCR).
La PCR è un metodo che permette di individuare tracce del parassita nel corpo, anche se presenti in quantità minuscole. Funziona copiando più volte una parte specifica del suo materiale genetico (DNA), così da renderlo facilmente identificabile. È uno strumento molto preciso e utile per confermare la presenza del parassita, soprattutto quando altri esami non riescono a rilevarlo.
La terapia
Una volta avuti i risultati, il passaggio più complesso è la terapia.
Se la diagnosi è matematica, la terapia richiede esperienza.
Per riassumere, esistono due approcci:
- Convenzionale secondo le linee guida: molto semplice per il medico, che deve seguire le linee guida e applicarle. Tuttavia, può essere rischioso per il paziente se non tollera la terapia o perché queste linee non sono pensate per eliminare completamente l’infezione, ma per bloccare temporaneamente i sintomi.
- Terapia personalizzata: finalizzata a evitare effetti collaterali e a raggiungere la guarigione parassitologica, riducendo al minimo il rischio di recidive.
Se segui il gruppo, sai come la penso e sai chi ti può aiutare.
Ti lascio dei link utili e un grande abbraccio. Viva il gruppo!
Centro Studi sulla Leishmaniosi Canina
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Dott. Gianluca Barbato
Medico Veterinario
Specializzato in Patologia e Clinica degli Animali d’Affezione
Consulente Scientifico per la Training Center LLC