Ciao Theresa, hai fatto benissimo a fare il post, perché capisco la tua preoccupazione.
Non ti nego che a volte penso quanto possa essere difficile per le famiglie affrontare questa malattia, trovando così poco supporto all’esterno, come buttarsi nel vuoto.
Cercherò di darti indicazioni utili anche per chiunque legga il post e la risposta.
Come mi piace fare, dividiamo la tua domanda per argomenti:
- Contagio
- Terapia
- Possibili esiti della terapia
- Analisi e controlli (vedremo quelli che hai postato)
- Possibili scenari
- Alternative
Contagio
Quando un paziente riceve una diagnosi di leishmaniosi, sia che sia stata fatta in modo fortuito (magari per il controllo annuale pre-vaccinale) oppure perché presenta sintomi, la domanda da porsi è categorica: come è venuto in contatto con il parassita?
A questa domanda ci sono tre risposte:
- È nato infetto da madre infetta.
- Ha contratto la malattia prima che io lo prendessi nella mia famiglia (adozione da strada, rifugio, canile, allevatore).
- Si è infettato quando era con me.
L’ultimo punto è l’unico su cui possiamo fare qualcosa, perché per il futuro possiamo cambiare le strategie adottate. Quindi rivederle è fondamentale.
Quali strategie vanno adottate per una gestione migliore della prevenzione?
- Permanenza in ambienti domestici sia di giorno che di notte: il pappatacio è attivo durante tutta la giornata, con picchi di attività all’alba e al tramonto, ma è comunque attivo anche a mezzogiorno, soprattutto sotto una siepe o in zone ombreggiate.
- Non affidarsi esclusivamente a pipette, collari, spray e vaccino: sono soluzioni che riducono ma non eliminano il rischio di contagio.
- Fare uno screening del territorio: utilizzare carte Moschcide in spazi ombreggiati specifici per verificare se il nostro giardino presenta pappataci, poiché la distribuzione di questi insetti non è uniforme sul territorio.
- Trattare gli ambienti in modo sistematico: utilizzare prodotti a basso impatto come cipermetrine, sostanze ovicide o biologiche come il neem.
Prevenire il contagio futuro ci permetterà di ridurre la comparsa dei sintomi e della malattia negli anni a venire, migliorando la qualità di vita dei pazienti che si reinfettano. Questo perché la malattia non lascia immunità e può essere contratta più volte all’anno in caso di morso da parte di insetti infetti.
Terapia
Esiste una linea guida che, come detto, ha fatto luce sulle pratiche utilizzate fino agli anni ’90, periodo in cui non era chiara la dose né i tempi di somministrazione dei farmaci attivi contro la leishmaniosi.
La linea guida attuale suggerisce tre approcci:
- Domperidone + allopurinolo (tempi variabili).
- Glucantime o antimania al dosaggio di 0,33 ml/kg per 28-42 giorni.
- Miltefosina + allopurinolo.
Tu hai scelto la seconda opzione, che ha dei pregi e dei difetti:
Pregi:
- Meno tossica rispetto al vecchio approccio (1 ml/kg), che spesso risultava tossico o addirittura mortale.
- Garantisce una stabilizzazione della malattia per almeno sei mesi e, in alcuni pazienti con cariche molto basse (non è il tuo caso, data la PCR attuale), persino la guarigione clinica e parassitologica.
Difetti:
- Non è ben tollerata da tutti i pazienti, specialmente quelli che pesano più di 20-25 kg.
- Risulta altamente tossica per pazienti con problemi renali, epatici o pancreatici.
- Non garantisce la guarigione parassitologica nei pazienti con alta carica, come evidenziato dalla tua PCR ancora positiva.
Possibili esiti della terapia
Se il paziente avesse raggiunto la negatività midollare, e questa si confermasse anche fra 6-12 mesi, la probabilità di una recidiva sarebbe molto bassa e il paziente potrebbe condurre una vita normale fino alla morte.
Nel tuo caso, la PCR del 17 gennaio presenta ancora parassiti in grande quantità. Nonostante ci sia la guarigione sintomatica (i sintomi sono scomparsi), il paziente è comunque infetto e, quindi, entro pochi mesi la malattia riapparirà con i segni classici. Nota che la seconda e terza recidiva, senza un supporto strategico, tendono a presentarsi in modo più grave, poiché il sistema immunitario conosce già il parassita e reagisce più intensamente.
Fortunatamente, guardando le analisi, la funzione dei grandi organi è normale, quindi, per ora, non ci sono controindicazioni a intervenire con altre terapie ed eventuali supporti paralleli.
Possibili scenari
Abbiamo tre opzioni:
a) Il paziente continua a migliorare spontaneamente grazie alla resilienza naturale dell’organismo e si libera autonomamente dei parassiti rimasti (opzione poco probabile ma possibile).
b) Il paziente rimane in uno stato di infezione latente per mesi, per poi iniziare a presentare sintomi con l’arrivo della stagione calda. È dimostrato che i parassiti si riattivano in primavera (scenario molto probabile).
c) L’infiammazione procede lentamente, con la deposizione cronica di alfa-amiloide negli organi, causando insufficienza renale ed epatica cronica negli anni successivi (leishmaniosi viscerale trascurata, scenario molto frequente nei pazienti cronici).
Alternativa
Ci sono due possibili approcci:
- Vigile attesa: un approccio simile a quello adottato per il COVID, quando la malattia era sconosciuta. Io non lo farei con uno dei miei cani, perché significherebbe rischiare inutilmente. Lui lo farebbe per me?
- Valutare terapie alternative: cercare di raggiungere la negatività parassitologica e ridurre il rischio di recidive. Questo approccio, però, non si può fare con la medicina convenzionale. È necessario rivolgersi a un veterinario specializzato o al nostro Centro Studi.
In ogni caso, hai materiale sufficiente in questa risposta e nei post del gruppo e del blog, di cui ti lascio i link.
In bocca al lupo! Se non dovessimo sentirci, per qualsiasi dubbio scrivi nei commenti.
Dott. Gianluca Barbato
Medico Veterinario
Specializzato in Patologia e Clinica degli Animali d’Affezione
Consulente Scientifico per la
Training Center LLC
Per ulteriori approfondimenti, puoi trovare il materiale sui nostri canali:
- Canale YouTube: https://www.youtube.com/@dottgianlucabarbato
- Blog: https://www.barbatoclinic.com/blog/
- Pagina Facebook personale: https://www.facebook.com/gianlucabarbatoveterinario
- Pagina Instagram personale: https://www.instagram.com/gianluca__barbato/
Contatti del Centro Studi sulla Leishmaniosi Canina:
- Numero italiano linea 1: +39 02 82941449
- Numero italiano linea 2: +39 02 3031 6819
- Número español: +34 91 1986921
- Email: info@leishmaniosicanina.it